Considerati un cibo raro e prezioso fin dall’antichità, i crostacei sono diventati protagonisti indiscutibili e molto apprezzati dai moderni buongustai soltanto negli ultimi anni, grazie alle moderne tecniche di conservazione e ai mezzi di trasporto che consentono di rifornire tutti i mercati di crostacei freschi e spesso ancora vivi, caratteristica determinante per la qualità di tali prodotti, che si alterano in tempi brevissimi.
Ovviamente, oltre alla massima freschezza, è importante la provenienza e il relativo habitat, che spesso determina le diverse colorazioni degli animali e il sapore delle loro carni.
Il simbolismo attribuisce ai crostacei il significato religioso della resurrezione, per la capacità dei crostacei di rinnovare l’involucro esterno, ma anche il significato più laico di instabilità e incostanza per la loro caratteristica di avanzare e arretrare senza una motivazione apparente.
Il loro nome deriva dal latino crusta (crosta), ed hanno il corpo rivestito da un esoscheletro, ossia una cuticola rigida secreta dall’epidermite che, impregnata di sali calcarei, diventa una robusta corazza.
Sono crostacei: aragosta, astice, cicala di mare, gamberi (o mazzancolle), gamberoni e gamberetti, grancevola, granchio, scampo
Come valore nutritivo i crostacei equivalgono ai pesci magri, e quindi sono indicati in caso di diete dimagranti. Influenzano inoltre positivamente il sistema nervoso, il sistema muscolare, aiutano a migliorare la vista, rendono la pelle più bella, favoriscono la crescita dei capelli e rendono i denti più resistenti alla carie.
Possono in alcuni individui sensibili provocare orticarie, e devono consumarsi con moderazione in caso di ipertensione e dispepsia. Sono controindicati in soggetti con ipertiroidismo.
Come si riconoscono i crostacei freschi?
I crostacei si deteriorano molto velocemente. Innanzitutto è consigliabile acquistarli ancora vivi e mantenerli tali fino alla cottura (devono reagire al tocco degli occhi o delle antenne).
La lucentezza è un buon indizio di freschezza.
Dopo la morte i crostacei perdono rapidamente acqua, e si ha una riduzione della consistenza delle carni e del peso. Inoltre con il passare delle ore fuori dall’acqua avvengono rapidamente i processi di decomposizione del cibo del quale si nutrono, per cui si ha un rapido annerimento delle teste (sede dell’apparato digerente).
Come si conservano?
I crostacei si possono conservare in frigorifero per 2-3 giorni oppure congelare solo se freschissimi. Il risultato migliore si ottiene congelandoli crudi, dopo averli lavati ed eliminato le teste e la vena intestinale.
Possono anche essere precotti prima di essere congelati.
I crostacei hanno le migliori caratteristiche organolettiche quando sono ancora vivi o morti da poche ore: il protrarsi della conservazione ne riduce i pregi.
La conservazione (in frigorifero) deve essere ridotta al minimo, e una volta cotti, vanno consumati nel giro di poche ore.
Crostacei e molluschi, dal punto di vista alimentare, vengono abitualmente raggruppati in una categoria a sè e chiamati nell’insieme frutti di mare.