IL PECORINO
Nelle Marche è il formaggio più prodotto.
La pecora una volta partorito l’agnello, inizia la produzione del latte (da gennaio-febbraio fino a maggio-giugno).
Dopo 20 giorni di maturazione il pecorino è detto bazzotto o barzotto ad indicare che non è né duro né molle. La stagionatura può durare anche un anno o più, a seconda della grandezza delle forme che generalmente vanno da 1 Kg a 3 Kg: in questo periodo il pecorino perde molto del suo peso, indurendosi e acquistando un sapore man mano più complesso.
Il pecorino migliore è quello prodotto con il latte di aprile e maggio, quando i pascoli sono ricchi di erbe fresche e aromatiche e fiori profumati. I comuni dove è possibile trovare buoni pecorini sia da pastori che da negozi di alimentari sono: Force, Comunanza, Amandola, Montemonaco, Montefortino, Visso, Ussita, Sarnano, Colfiorito, Fabriano.
LA CASCIOTTA DI URBINO E LA CASCIOTTA DEL MONTEFELTRO
Il Dpr del 30/03/1982 che ha istituito per la casciotta di Urbino la doc e dop fissa le proporzioni del latte da rispettare nella produzione al 75% di latte ovino e 25% di latte vaccino.
La casciotta è migliore se consumata fresca, dopo un breve periodo di maturazione. L’eventuale stagionatura viene fatta rivestendo la forma di foglie di noce e tenendo le casciotte in piccole botti, tra foraggio fresco, foglie di noce e castagno. In questo modo la casciotta si carica di aromi erbacei particolari che contribuiscono ad un miglioramento organolettico ed inoltre il formaggio subisce una lenta maturazione che contribuisce a mantenerlo morbido e tenero a lungo.
La forma conquistata da questo formaggio, unica doc e dop delle Marche, è dovuta al fatto che Michelangelo Buonarroti, nato a Caprese (Arezzo) a oca distanza dall’Urbinate, ne consumava una quantità enorme insieme ai suoi amici e collaboratori, tanto che per garantirsene una abbondante scorta aveva fatto affittare, da un suo lavorante, alcuni poderi vicino ad Urbania come attestato da un atto notarile del 12/02/1554.
Le migliori casciotte di Urbino sono prodotte a Urbino, Urbania, Sant’Angelo in Vado, Piobbico, Cagli e Fermignano. Le migliori casciotte del Montefeltro sono prodotte aPiandimeleto, San Leo, Sant’Agata Feltria, Macerata Feltria, Pennabilli, Carpegna, Talamello e Casteldelci (quest’ultima tanto eccellente quanto introvabile).
LA RICOTTA
E’ il sottoprodotto magrissimo della lavorazione del pecorino o della caciotta. La ricotta va consumata freschissima non avendo necessità di maturazione e stagionatura. E’ un alimento leggerissimo, avendo una ridottissima presenza di grassi.
FORMAGGIO DI FOSSA (ambra di Talamello)
Nasce dall’arguzia dei contadini di Talamello che, contro i saccheggi dei soldati, nascondevano i cibi in fosse di tufo.
Viene considerato un formaggio unico, prodotto lungo il confine tra le province di Pesaro e Forlì, utilizzando caciotte del Montefeltro derivanti da latte ovino e vaccino, in percentuali variabili. La caciotta che diventerà formaggio di fossa è quella che viene lavorata all’inizio dell’estate. L’infossamento viene fatto verso la fine di agosto in fosse che si trovano nelle case del comune di Talamello, piccolissimo borgo in provincia di Pesaro. Le fosse, scavate nella roccia sabbiosa-tufacea tipica della zona, hanno una particolare forma a fiasco, sono profonde circa tre metri, larghe dai due ai tre metri e vengono rivestite di paglia o fieno asciutto sostenuti da un’impalcatura di canne. Una volta piena la fossa viene chiusa con un coperchi di legno, stuccata intorno alla chiusura con sabbia o terriccio e coperte dal pavimento originale. Qui dentro al chiuso, in un ambiente anaerobico, la caciotta perderà circa il 20% del suo peso e si trasformerà in formaggio di fossa in un tempo di circa tre mesi, fino all’atteso 25 novembre, giorno dedicato a Santa Caterina e alla riapertura delle fosse.
FORMAGGIO UBRIACO AL VINO ROSSO
(Lacrima di Morro d’Alba, Vernaccia di Serrapetrona)
FORMAGGIO DI FOSSA BARRICATO CON FOGLIE DI NOCI
(b.con fieno in estate)